Il lusso ormai è diventato un elemento imprescindibile nelle strategie di wealth management. Non importa come. Titoli azionari, una scelta alla portata di tutti per far crescere il capitale sfruttando la crescente domanda che viene dai grandi ricchi occidentali e dai nuovi ricchi dei Paesi in via di sviluppo (soprattutto asiatici). Bulgari. È uno dei nomi del lusso italiano più famosi al mondo. Oggi, grazie alle strategie di espansione internazionale e di diversificazione avviate negli anni 70, la quota di fatturato realizzata fuori dai confini italiani supera l'85% e il gruppo è attivo, oltre che nella produzione di gioielli, nei business degli orologi, dei profumi, degli accessori e dell'hotellerie.
Richemont. Il gruppo svizzero, che controlla marchi come Montblanc, Dunhill, Piaget, Baume & Mercier e Cartier, nelle scorse settimane è stato indicato dalle voci di Borsa come un possibile candidato a un'eventuale scalata di Bulgari o di Tiffany. Un'ipotesi immediatamente smentita da tutti gli interessati. Tiffany. La gioielleria più amata dagli americani, dal 1988 a oggi, ha aumentato il suo valore borsistico di oltre il 1.600% e risulta fra i luxury stocks più performanti.
Lvmh. La conglomerata francese del lusso, che controlla circa 50 marchi e spazia dalla gioielleria agli alcolici, dagli orologi ai profumi, continua ad attrarre gli analisti. Il consenso è decisamente orientato verso la raccomandazione d'acquisto. Hermés. La casa, che rappresenta un altro dei simboli del savoir vivre francese (dalla borse alle cravatte e foulards, dai profumi agli orologi e bigiotteria), oggi con un prezzo attorno ai 160 euro, è correttamente quotata secondo il consenso fra gli analisti.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 13/06/05 a cura di Pambianconews