Un'esortazione a cambiare modo di fare business è venuta dall'incontro “I campioni del Made in Italy. La moda italiana sfida il declino”, che si è tenuto a Milano mercoledì scorso e che ha sancito ufficialmente la partnership tra Pitti Immagine e UniCredit.
L'obiettivo che sta alla base di questa alleanza è la volontà di creare percorsi comuni tra finanza e impresa italiana e Pitti Immagine si è rivelato il partner ideale, grazie alla sua expertise nel sistema moda-persona: "È la prima volta, ha sottolineato Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine, che un istituto di credito importante e consolidato, come quello gestito da Alessandro Profumo sceglie un'organizzazione fieristica come partner. È un segnale importante, significa che qualcosa sta cambiando".
Durante l'incontro sono stati aboliti molti luoghi comuni: si è parlato, per esempio, di delocalizzazione. "Sono anni, ha commentato Lino Fornari, chief executive officer di Fornari, che diamo un'accezione negativa a questo termine. Ma oggi non è più così e ci rendiamo conto che un'azienda non si può internazionalizzare se non getta le sue basi in altri Paesi". Una riflessione che si riallaccia a quelle sul made in Italy: "La mia azienda, ha ribadito Massimiliano Zegna Baruffa, amministratore delegato dell'azienda di filati, va oltre il made in Italy e punta al made in Zegna Baruffa “.
"Abbiamo mappato, ha spiegato Fabio Tamburini di UniCredit, i risultati economico-finanziari dal 1999 al 2003 di 2.300 aziende, per un fatturato di 80 miliardi di euro, cioè oltre i due terzi del totale di settore”. È stato rilevato che i primi due anni sono andati molto bene ma gli ultimi tre sono stati difficili e 348 sono risultate le aziende super-performanti: solo il 15% del totale.
Estratto da Fashionmagazine.it del 3/06/05 a cura di Pambianconews