Qualche volta pensare in grande fa bene. Ha fatto bene a Claudio Orrea, titolare insieme alla moglie Patrizia Bambi di un'azienda da cui escono un milione e trecentomila capi l'anno a marchio Patrizia Pepe, ispirarsi ai modelli organizzativi di realtà come Toyota. Seguire, insieme al personale, ore e ore di corsi di formazione in lingua inglese sulle tecniche gestionali adottate da imprese di grandi dimensioni. C
osì una piccola azienda toscana, la Tessilform, partita con il pronto moda puro è diventata avamposto di un'innovazione strutturale e logistica riconosciuta, lo scorso novembre, anche da Confindustria. Tecnologia informatica e razionalizzazione dei processi produttivi hanno creato il fenomeno Patrizia Pepe: abiti, accessori, scarpe, borse costruite mixando due collezioni l'anno di programmato – scandito con tempi più veloci di consegna – con il pronto puro.
«Seguiamo una logica diversa da quella tradizionale, spiega Orrea, marito di Patrizia Bambi, che è la mente creativa. Il percorso produttivo che porta, ad esempio, a una giacca, non è concepito come la solita catena in cui si lavorano in sequenza tutte le fasi necessarie per arrivare al capo finito: il personale è stato diviso in piccoli gruppi ognuno dei quali, nell'arco di un giorno, è in grado di creare autonomamente un certo numero di capi finiti. Abbiamo spezzato il ciclo unico e creato tante mini unità produttive».
Estratto da CorrierEconomia del 25/04/05 a cura di Pambianconews