Tutti vogliono vendere e nessuno vuole comprare. Negli ultimi cinque anni, il mercato è cambiato e le prospettive dei grandi gruppi del lusso si sono completamente ribaltate. Prima volevano acquistare marchi, e lo hanno fatto. E adesso vorrebbero rivenderli visto che nella maggior parte dei casi non sono riusciti a renderli ancora profittevoli. Ma il vero problema è che sul mercato non c'è nessuno disposto a comprarli. Nel 2000 sembrava che non si potesse andare avanti senza comprare. Ora, paradossalmente, sembra che non si possa andare avanti senza vendere.
«Nel corso degli ultimi anni i gruppi internazionali della moda hanno realizzato diverse operazioni di acquisizione, ma la situazione di mercato negativa ha intralciato i progetti di rilancio, commenta Carlo Pambianco a capo della società di consulenza omonima. Oggi il valore delle aziende acquisite si è ridotto mediamente di circa un terzo rispetto a quando sono state comprate, cinque o sei anni fa. Lo deduciamo dall'analisi del valore di un campione di aziende quotate in Borsa passato da un multiplo medio sul fatturato di 5,1 volte del 1999 ad un multiplo di 3,7 volte del 2004, con un minimo di 2,5 volte nel 2002 (ndr le aziende a cui fa riferimento Pambianco sono Gucci, Hermes, Richemont, Bulgari e Lvmh che con i loro complessivi 20 miliardi di euro di fatturato insieme valgono circa il 50% del mercato del lusso internazionale)».
«Ciò significa che la valutazione delle aziende, prendendo come parametro di riferimento il fatturato, si è quasi dimezzata». Prosegue Pambianco: «Dire perciò che il valore delle aziende acquisite dai grandi gruppi internazionali del lusso si è ridotto di un terzo rispetto al valore di quando sono state acquisite non è contrario alla realtà dei fatti».
Estratto da Affari & Finanza del 25/04/05 a cura di Pambianconews