«I fondi di private equity delle aziende dell'arredamento e del design? E' una moda che finora non mi sembra abbia dato grande impulso alle aziende interessate». Rosario Messina, presidente del gruppo Flou, è da sempre scettico sulla cessione delle aziende familiari al private equity, «in quanto sostiene, devo ancora capire quali siano le strategie dei gruppi oggi partecipati e, come me, lo devono ancora capire anche i rivenditori».
B&B, Unopiù, Poltrona Frau, Cappellini. Messina, l'elenco è lungo. Non crede che l'ingresso dei fondi non sia solo una moda?
L'arrivo del private equity sembra la soluzione a tutti i mali, ma non è così. Il vero problema dell'arredamento, di fronte alla concorrenza estera e alla globalizzazione, è la presenza in azienda di manager capaci e conoscitori del settore.
E nelle aziende dell'arredamento, spesso familiari, questi manager ci sono?
Molte aziende familiari, da Natuzzi a Snaidero fino a Scavolini, hanno dimostrato di saper crescere anche senza investitori al fianco, grazie a manager capaci. Altre hanno problemi. Ma se guardo alla aziende partecipate dai fondi, mi sembra che la situazione non sia semplice: alcune di queste sono oggi gestite da manager provenienti da altri settori, come la moda. Per farle un esempio è come voler far giocare a rugby un giocatore di calcio.
Estratto da Il Sole 24 Ore – Dossier Mobili del 12/04/05 a cura di Pambianconews