Da una parte il tessile, dall'altra l'abbigliamento. Lana, cotone e lino resteranno sotto l'insegna Marzotto. La moda, invece, sarà separata e farà leva sul glamour di Valentino, che darà il nome al nuovo gruppo, in cui saranno riuniti anche gli altri marchi (Marlboro Classics, M Missoni e Hugo Boss). Il traguardo è sbarcare in Piazza Affari in estate. «Ci permette di valorizzare i due settori, favorendo le condizioni per la crescita e lo sviluppo», sostiene Antonio Favrin, |
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«Speriamo di chiudere l'operazione entro giugno e poi portare in Piazza Affari la nuova società il prima possibile», si augura Favrin. La quotazione in Borsa è uno dei requisiti per completare la scissione, mentre è stata già esclusa dalle autorità del mercato tedesco l'obbligo di lanciare un'offerta pubblica di acquisto sulle azioni di Hugo Boss, che è quotata a Francoforte. Secondo i dati del bilancio 2004, chiuso con un fatturato consolidato di 1.824 milioni di euro (+5%), un utile operativo in salita del 30% a 172 milioni e un utile netto di 82 milioni (+41%), il polo dell'abbigliamento vale 1.550 milioni di fatturato, il tessile 302 milioni.
Anche il problema della successione dello stilista non preoccupa Favrin: «Attorno a lui si è formato una squadra eccezionale di giovani stilisti, che già collabora, perché il brand si è molto ampliato». «Puntiamo a sviluppare i marchi di casa, che sono complementari e hanno ancora molte potenzialità, dalle scarpe agli accessori», spiega Favrin. In un mondo che cambia anche il lusso si trasforma, perciò la strategia del Valentino Fashion Group sarà «coniugare esclusività e volumi, con un giusto equilibrio tra qualità e prezzo, attraverso un'offerta segmentata».
Estratto da Corriere della Sera del 15/03/05 a cura di Pambianconews