Riaffiora un po' di ottimismo tra gli stand di Pitti. “Dopo tre anni di crisi le aziende stanno imparando a lavorare in una situazione diversa da prima, a gestire la complessità” spiega Raffaello Napoleone ad di Pitti Immagine. Ma restano ancora molti ostacoli da superare, a partire dalla debolezza del dollaro, dai problemi di struttura e dalla necessità di “rigenerare” le professioni.
Il Viceministro Adolfo Urso ha approfittato ieri dell'inaugurazione di Pitti Uomo per annunciare i primi dati emersi dal monitoraggio preventivo sull'import nella Ue dalla Cina, introdotto dopo l'abolizione dei tetti previsti dall'accordo Multifibre. La sorpresa è che il prezzo unitario dei singoli prodotti è aumentato, ma bisogna tenere conto del fatto che i dati sono elaborati su meno di due settimane. Resta inoltre una battaglia difficile quella per introdurre l'obbligo di etichettatura di origine per i prodotti importati nella Ue.
Ma per Urso la tutela non basta: bisogna penetrare i nuovi mercati. “Nel 2005 abbiamo 50 milioni a disposizione per il sostegno internazionale del made in Italy. E quest'anno ci concentreremo sulla Russia”, ha detto il Viceministro. Mentre si profila la firma di un accordo con una catena internazionale di grande distribuzione per “portare a sistema quello che è stato fatto l'anno scorso con Harrod's a Londra, modulato negli anni su più Paesi”. In questo modo le Pmi italiane potranno trovare spazi per presentarsi all'estero.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 13/01/05 a cura di Pambianconews