A soli 12 giorni dalla fine dell'accordo Multifibre e quindi delle barriere doganali innalzate trent'anni fa, si registrano i primi effetti della piena di iper-competitività in arrivo dai Paesi asiatici. Il grande vincitore del nuovo sistema è la Cina, che grazie alle enormi capacità produttive a basso costo (fatto 100 il costo del lavoro italiano, quello cinese oscilla fra 3 e 5), è già il primo esportatore mondiale di tessile-abbigliamento. Se ciò è vero è altrettanto vero che in Europa c'è chi comincia a guadagnare dalla novità.
È il caso delle catene d'abbigliamento a basso costo che producono larga parte dei capi in Cina, come la spagnola Cortefiel e la svedese Hennes & Mauritz. L'azienda iberica proprietaria di una rete di negozi di lingerie si aspetta per il terzo trimestre un aumento dei profitti del 65%, proprio grazie ai minori costi di acquisto. Zara, marchio low-cost della società spagnola Inditex, mantiene per quest'anno la stima di un margine lordo pari a 52,6 per cento.
L'effetto Multifibre dovrebbe essere positivo anche per i conti di Benetton, che come i concorrenti stranieri produce in larga misura in Cina. Certo si tratta solo dei primi effetti e in futuro le grandi catene potrebbero decidere di trasferire sui consumatori i risparmi sui costi di acquisto. Numerosi esperti prevedono infatti che i prezzi finali di alcuni prodotti si ridurranno nel corso del 2005. Tanto più che gli Stati Uniti, importante produttore di cotone, hanno appena comunicato che la produzione 2004 è stata al di sopra di ogni aspettativa.
Estratto da Finanza&Mercati del 12/01/05 a cura di Pambianconews