Una pista che nasce ai confini tra Italia e Svizzera e sparisce nelle sabbie dei deserti della Libia: è quella dei crediti dubbi di Fin.part su cui rischia di arenarsi il piano di salvataggio. In base a quanto appreso da Finanza & Mercati, il gruppo di abbigliamento, in default tecnico da luglio, negli anni scorsi avrebbe trasferito ingenti fondi anche di provenienza bancaria verso destinazioni esotiche, come la finanziaria libica Lafico. A quest'ultima Fin.part ha erogato un credito di 13,9 milioni nel 2002 per un progetto mai realizzato in Africa, al punto che l'attuale management ha ritenuto di svalutare integralmente la posta in bilancio.
Nel mirino ci sarebbe Giovanni Brumana, ex direttore generale di Intra e poi consigliere della stessa fino a luglio. Oltre che da Brumana, Facchini era seguito da vicino anche da Marco Lori, consigliere di Intra private bank, già ai vertici di Girmi (in liquidazione) e amministratore Fin.part fino a febbraio. Sui legami tra Facchini e Brumana e su alcuni movimenti di titoli e denaro con la Bsi si starebbe concentrando l'attenzione degli investigatori. Non solo. Sotto i riflettori sarebbe finito anche un giro di presunte garanzie emesse da Banca Intesa, su un credito di 20 milioni concessi dalla Bsi, su cui ora la banca italiana vuole vederci più chiaro.
Estratto da Finanza&Mercati del 18/11/04 a cura di Pambianconews