Massimo Capuano, amministratore delegato di Borsa Italia, dà un «benvenuto speciale» all'ingresso sul listino del gruppo calzaturiero Geox guidato da Mario Moretti Polegato. Era dal 2000, infatti, che il settore del lusso made in Italy non faceva più alcun passo verso il mercato finanziario (l'ultima Ipo è stata quella di Tod's). Mentre, secondo una ricerca di Borsa, sulla pista di lancio ci sarebbero 125 società con i requisiti per approdare in Piazza Affari. Capuano ha parlato nel corso del convegno “La moda a una svolta”, organizzato da Pambianco Strategie di Impresa e da Banca Intesa.
L'urgenza del passaggio di consegne è uno dei temi toccati da Carlo Pambianco: «Attualmente, ha spiegato il consulente, su un campione di 460 aziende analizzate, quasi 200 sono guidate da imprenditori con oltre 60 anni». La scarsa managerializzazione, le dimensioni ridotte e la bassa capitalizzazione sono «i punti deboli» che ha indicato Pambianco.
La moda italiana è ben lontana dal consolidamento registrato in Francia, dove le prime dieci aziende hanno un fatturato aggregato superiore ai 32 miliardi (dati 2002) contro i 16 italiani. Una situazione che ha favorito la cessione dei brand nazionali in mano straniera: dopo Mariella Burani, tra i gruppi corsari di medie aziende italiane ci sono i francesi di Lvmh e Gucci (oggi in mano a Ppr). La soluzione, per Pambianco, passa per «una maggiore capacità finanziaria che potrebbe essere favorita dal private equity, il cui numero di operazioni è stato in continuo aumento negli ultimi sette anni». Oppure, appunto, dalla quotazione in Borsa.
Video-intervista a Giorgio Armani
Estratto da Finanza&Mercatidel 10/11/04 a cura di Pambianconews