I consumi di beni di lusso, dopo la retromarcia del 2003 che ha segnato una svolta rispetto al passato (con un calo del 4,4%), recuperano slancio e si avviano a chiudere l'anno in crescita del 5 per cento. A fare da traino sono gli Stati Uniti, il Giappone e il resto dell'Asia, con Cina e Russia che corrono più degli altri. L'Europa, invece, resta il mercato più importante (con una quota del 34%) ma non esce dalla stagnazione. E l'Italia viaggia ancor più al rallentatore.
In sintesi sono questi i principali risultati che emergono dall'Osservatorio Altagamma sui mercati mondiali 2004, presentato ieri. Quanto all'abbigliamento, Armando Branchini, segretario generale di Altagamma, getta un po' d'acqua sul fuoco dell'ottimismo: «Le prospettive per il 2005, avverte, a vendite avvenute per le collezioni primavera-estate indicano che la domanda complessiva cresce poco e che la competizione è sempre più forte. Mentre pesa la “tassa” che le imprese europee sono costrette a pagare con l'euro forte». Per questo Leonardo Ferragamo, presidente di Altagamma, auspica «che sia rivista la politica monetaria europea. Non ci rendiamo conto, sottolinea, di quanto questa situazione metta a rischio il made in Italy».
Ora tutto si gioca sulla capacità di conquistare i nuovi mercati. Ma Angelo Tantazzi, presidente di Borsa italiana, avverte: «Lo spostamento verso le aree asiatiche è molto forte, ma essere presenti li comporta investimenti altissimi e quindi la necessità di adeguate fonti di finanziamento». La Borsa può essere una di queste? « Il costo del debito oggi è così basso, ammette Tantazzi, che la concorrenza con il capitale di rischio diventa molto forte».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 4/11/04 a cura di Pambianconews