A due anni dalla soglia del secolo di vita, Binda Italia trova ancora la forza di crescere e di andare all'estero. Anche quest'anno i ricavi della società milanese dell'orologeria cresceranno a due cifre e nel medio termine il peso dell'export è destinato a bilanciare almeno quello del mercato nazionale: un sogno non irrealizzabile se si pensa che tre anni fa l'azienda non realizzava nemmeno un euro all'estero. E ora che l'export ha raggiunto il 12% dei ricavi, la Binda è ancora assente da grandi e ricchi mercati come Stati Uniti, Giappone e Cina.
L'azienda sì accinge a sbarcare nel ricco ma insidioso mercato americano con una filiale flessibile «Stiamo valutando, esordisce Marcello Binda, a.d. della società, di tararci in rapporto al mercato in portafoglio per capire l'entità dei costi fissi». Quest'anno Binda Italia dovrebbe realizzare una crescita del fatturato del 20% a 229 milioni, dopo il balzo del 36% del 2003. Le stime sono supportate da un primo semestre in crescita del 18,5% a 100 milioni, di cui circa 74 (+12,6%) realizzati in Italia nel canale tradizionale delle gioiellerie e orologerie e un milione (+200%) nel canale retail dei negozi monomarca e franchising.
«La successiva strategia di valorizzazione di Binda, sostiene Simone Binda, l'altro a.d. della società milanese, come caratterizzazione di stile e creatività italiana, ha in realtà modificato la prospettiva di governance ipotizzata. Per questo, e anche a seguito del nuovo diritto societario, stiamo progettando una nuova corporate governance, che verrà implementata nel corso del 2005. Si tratta principalmente di creare alcune società/divisioni ciascuna dedicata a settori e/o segmenti specifici di business».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 4/10/04 a cura di Pambianconews