Se le dinastie aziendali avessero un motto, come quelle nobiliari, quello dei Miroglio sarebbe «Controcorrente». Perché grazie a scelte apparentemente contrarie alla logica dei tempi, e rivelatesi poi felici, è cresciuto e si è consolidato questo gruppo, nato come industria tessile, ma che già nel 1955, in un'epoca in cui le donne si vestivano ancora dalla sarta, ha puntato sul futuro, dando vita alla divisione abbigliamento.
L'ultima sfida del gruppo di Alba si chiama Gilles Rosier: ovvero l'ingresso nel mondo del lusso, attraverso il matrimonio, celebrato a febbraio, tra la creatività dello stilista francese e la solida struttura industriale e commerciale di Miroglio. Ma Giuseppe Miroglio, direttore generale della divisione abbigliamento nonché presidente della maison Gilles Rosier, i piedi per terra li ha mantenuti: «L'obiettivo è chiaro: vogliamo che il gruppo faccia esperienza e si dimostri capace di muoversi anche nella nicchia del lusso. È un investimento per il futuro, che necessita di cure, a cominciare dalla distribuzione adatta, tanto che abbiamo puntato su pochi punti vendita di alto livello in Europa, Russia e Giappone. Ma attenzione, le strategie dell'azienda non cambiano: il core business è e resta l'abbigliamento».
I cui numeri sono più che lusinghieri: 915 milioni di euro fatturati nel 2003, di cui 518 vengono dai 15 marchi (il resto da filati e tessuti) venduti in tutto il mondo attraverso una rete di oltre diecimila multimarca, centinaia di corner nei department store e più di 800 negozi diretti.
Estratto da Il Giornale del 30/09/04 a cura di Pambianconews