Le grandi aziende si sono tutte consolidate, alle piccole è mancata la forza di reagire». Diego Della Valle è ottimista a metà: il settore moda registra i primi, timidi segnali del cambio di congiuntura, ma le piccole e medie imprese restano in affanno. Per il presidente del gruppo Tod's, uno dei leader del made in Italy nel mondo, è presto per dire che la crisi sia finita, ma è già tardi per impedire che una parte rilevante del patrimonio manifatturiero del Paese vada irrimediabilmente perduta.
Si può dire che per la filiera della moda la fine del tunnel è vicina?
Il settore comincia a registrare segni positivi, ma prima di sostenere che siamo finalmente usciti da un'economia nervosa bisognerà aspettare almeno Natale. Voglio dire che servono conferme, perché l'orizzonte resta incerto, con andamenti non omogenei e differenze anche notevoli azienda da azienda. Il comparto del lusso, in particolare, in questi anni di difficoltà ha evidenziato forti squilibri nella catena produttiva.
Ma le imprese italiane sono pronte ad agganciare la ripresa?
Le grandi si, le piccole meno. Un po' tutti i gruppi principali si sono consolidati, hanno fatto pulizia al loro interno, razionalizzato le attività, rifocalizzato il business. In altre parole, sono padroni del loro processo produttivo e lo hanno indirizzato come imponeva il mercato. Le aziende minori, invece, sono più in balia della congiuntura, ne subiscono le conseguenze spesso senza poter reagire. Sarebbe servita un'azione preventiva e invece il settore e le Pini sono stati abbandonati a se stessi, con il risultato che chiudono attività e si perdono posti di lavoro. Per l'Italia è un danno incalcolabile.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 28/09/04 a cura di Pambianconews