«La Cina è una straordinaria opportunità, nessuno lo nega. Ma al di là delle mode, l'Est Europa resta e sarà sempre più un'area di riferimento strategico per le imprese italiane. Anche perché più a Est c'è la Russia, un mercato potenzialmente enorme». Andrea Tomat, presidente degli industriali trevigiani, capo-azienda e azionista del gruppo Lotto, interviene nel dibattito sui «mali del Nord», alimentato la scorsa settimana sul Corriere Economia da Massimo Calearo, leader degli industriali vicentini e presidente di Federmeccanica. Questi aveva sottolineato la necessità di «fare sistema» tra le imprese italiane, sotto l'ombrello di Confindustria, per sbarcare in Cina.
«Calearo esorta a superare i provincialismi e a non duplicare le iniziative, e ha ragione, osserva Tomat . Io dico però che il dinamismo è il valore essenziale del Nordest, e che non possiamo farci immobilizzare dal desiderio di un maxi-coordinamento che poi blocca tutto. Dobbiamo abbandonare la filosofia dei cercatori d'oro isolati e solitari, ma non la nostra flessibilità. E ricordiamoci che la Cina è importante, ma l'Est Europa rimane il nostro sbocco naturale».
«Per le medie e grandi aziende, osserva Tomat, i nuovi Paesi Ue possono stare stretti e la Cina è uno sbocco concreto. Ma per le piccole imprese, un mercato così lontano può richiedere capitali di rischio troppo elevati, un'alea maggiore, un dimensionamento superiore: l'area giusta per lo sviluppo all'estero è l'Est Europa, dove abbiamo competenze, know-how, insediamenti e vantaggi che sarebbe sbagliato sprecare. Dobbiamo sfruttare e valorizzare la storicità della nostra presenza».
Estratto da CorrierEconomia del 27/09/04 a cura di Pambianconews