E' difficile trovare un unico filo conduttore in quello che succede nelle aziende del made in Italy, divise tra emergenze occupazionali come quelle vissute dai calzaturieri (il loro presidente, Rossano Soldini, ha paragonato il problema a quello dell'Alitalia) e i numeri, anche brillanti, che escono dalle semestrali delle società quotate e per questo accolti in Borsa con dei rialzi.
La fotografia è probabilmente quella che scatta Francesco Trapani, amministratore delegato di Bulgari. Che, descrivendo la situazione in cui operano le società del lusso e della moda, dice: «Negli ultimi quattro anni, quelli in cui il mercato è stato più difficile, abbiamo visto aziende che hanno marchi forti e un management sofisticato che sono progredite, mentre altre con marchi meno forti e gestioni meno professionali che sono tornate indietro. Se il panorama economico e geopolitico non peggiora, penso che nei prossimi due-tre anni vedremo lo stesso andamento: le aziende con brand forti e una gestione professionale continueranno a conquistare spazio». Il mercato, insomma, prosegue nella selezione, e ancor più lo farà nel futuro.
Sintetizzando i dati emersi dalle aziende della moda e del lusso Paola Durante, analista del settore per Merrill Lynch, spiega che sotto il profilo dei Paesi, le semestrali evidenziano «la ripresa negli Stati Uniti e un'Europa che è stata debole quasi per tutti. Ma questo sottolinea, è quanto è accaduto fino a giugno, perché poi alcune delle società hanno parlato di un rallentamento negli Stati Uniti e di una ripresa in Europa: il punto è capire quanto è sostenibile la ripresa».
«La situazione, ha detto il presidente della Camera, Mario Boselli, non è cambiata rispetto a tre mesi fa e in un momento come questo è importante che tutti i protagonisti del settore cooperino per lo sviluppo».
Estratto da CorrierEconomia del 20/09/04 a cura di Pambianconews