Per i gioielli di Pasquale Bruni sono giorni frenetici. Nella sede organizzativa di Milano, come in quella operativa di Valenza, si stanno ultimando i preparativi per l'appuntamento settembrino di Orogemma, la fiera vicentina della gioielleria che da 28 anni è il punto di riferimento del dettaglio orafo in Italia e all'estero. «L'importanza di questa manifestazione, spiega Francesco Spanedda, direttore marketing della maison, è data dalla sua vicinanza alle festività natalizie. Serve, quindi, per presentare le estensioni delle linee invernali e soprattutto per sfoggiare i pezzi più importanti della fucina creativa, oggetto di vere e proprie edizioni limitate».
«La strategia che ha fatto crescere negli ultimi anni a ritmi vertiginosi l'azienda, continua Spanedda, è quella della segmentazione del prodotto. Come gli stilisti, anche noi abbiamo deciso di produrre due linee all'anno e di giocare con forme e colori sempre nuovi. Da valorizzare indosso a personaggi sulla cresta dell'onda come Simona Ventura, nostra fedele testimonial da due anni».
In effetti, la Maison nata nel 1976 come Gioielmoda e ribattezzata con il nome del suo fondatore nel 1997, oggi conta 120 dipendenti, 350 punti vendita nel mondo per un fatturato 2003 di 20 milioni di euro. E in azienda già si parla di un nuovo business. Dopo il successo dei ciondoli d'argento comparsi in sordina lo scorso gennaio, Pasquale Bruni potrebbe pensare a una seconda linea. Questa volta per tutte le tasche.
Estratto da Finanza&Mercati del 7/09/04 a cura di Pambianconews