La corsa agli acquisti a basso costo da parte degli italiani ha messo il turbo al business dei factory outlet. Ossia ai grandi centri commerciali (gli Usa ne sono stati il Paese-laboratorio) che ospitano in prevalenza negozi di griffe della moda (abiti, calzature, accessori) e vendono capi di fine serie o di seconda scelta con sconti in media intorno al 50% e oltre rispetto al prezzo ordinario.
Il successo della formula è stato tale che oggi un innumerevole numero di negozi anche in centro città utilizza la parola “outlet” per richiamare il concetto di convenienza. La rete dei grandi centri continua dunque a crescere. Secondo una ricognizione della società di Pantheon retail, in Italia entro il 2006 il loro numero è destinato a raddoppiare: dagli 8 oggi in attività nel bacino di utenza italiano (comprendendo così anche il centro svizzero di Mendrisio) si dovrebbe passare a 16 e la superficie commerciale salirebbe da 187mila metri quadrati ad almeno 302mila. Nel complesso gli investimenti in cantiere si aggirano intorno al miliardo di euro.
Protagonisti dello sviluppo saranno la società Fashion district (promossa dai gruppi immobiliari Dora e Sandretto), che ha già realizzato i factory outlet di Valmontone (Roma) e Bagnolo San Vito (Mantova). Nella Fashion district è recentemente entrato il gruppo Hopa di Emilio Gnutti che ha rilevato il 33% circa della società con un investimento di oltre 55 milioni. La Fashion district ha in programma di realizzare entro un paio di anni due nuovi outlet, a Santhià (Torino) e Molfetta (Bari) ed è alla ricerca di nuove opportunità nel Nordest. I piani di sviluppo si aggirano sui 400 milioni di euro.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 19/08/04 a cura di Pambianconews