Si respira aria di ripresa nel mondo della moda e del lusso. Da qui ai prossimi dodici mesi la macchina delle passerelle riprenderà a girare a buoni ritmi. E di mercati ché si stanno aprendo nel mondo ce ne sono parecchi. A cominciare dalla Cina, croce e delizia del made in Italy. Un altro mercato che offre buone opportunità alle griffe del lusso internazionale e dunque anche a quelle made in Italy, è la Russia che, si legge in uno studio di Pambianco Strategie di Impresa: «Nel 2003 ha avuto una delle economie mondiali più dinamiche, dopo la Cina. E con la prospettiva di raddoppiare il Pil, nel giro dei prossimi otto anni».
Le stime di Pambianco che si riferiscono all'ex Unione Sovietica, parlano di un mercato della moda di fascia alta, intorno ai 600milioni di euro (l'1,5% della fetta mondiale di settore). Il lusso russo è praticamente tutto importato. L'Italia è il fornitore preferito: si è guadagnata il 65% della torta, seguita di parecchie lunghezze dalla Francia (20%). Anche sulle presenze dirette, il match tra noi e i nostri cugini d'Oltralpe ci vede in netta maggioranza: 98 marchi tricolore operativi in terra russa (con 326 negozi monomarca), contro i 23 marchi francesi (con 40 negozi).
Insomma, per usare le parole di David Pambianco: «Il mercato russo, pur se la sua dimensione attuale è modesta, rappresenta un'opportunità. Abbiamo osservato che il pubblico ha un interesse spiccato verso le marche fashion internazionali, vissute come più credibili, e facilmente riconoscibili. Dunque indicative di uno status sociale. E i russi, su questo fronte sono molto sensibili: dopo anni di omologazione, oggi cercano l'esclusività».
Estratto da Affari & Finanza del 19/07/04 a cura di Pambianconews