L'offerta di Philip Green per Marks&Spencer è arrivata puntuale e altrettanto immediata è stata la risposta. Il consiglio di amministrazione, guidato dal neo nominato amministratore delegato Stuart Rose, ha rifiutato con poche ma chiare parole la proposta da 9 miliardi di sterline (13,5 miliardi di euro), definita dallo stesso numero uno «significativamente al di sotto del valore reale del gruppo e quindi fuori discussione». I termini della proposta di acquisto sono stati resi noti al pubblico ieri mattina da Green nel corso di un'intervista. Il miliardario inglese ha detto di poter mettere sul piatto tra i 290 e i 310 pence per ogni azione del gruppo M&S, oltre al 25% del capitale della società Revival Acquisitions costituita per realizzare il take-over. In sostanza Green, tramite la Newco, comprerebbe il 100% di M&S per poi restituire sotto forma di titoli della nuova società quotata il 25% della Revival Acquisitions agli investitori.
La reazione dei mercati è stata negativa e all'apertura degli scambi M&S perdeva oltre il 3 per cento. In serata la blue chip ha lievemente recuperato chiudendo a 356 pence, in calo del 2,73 per cento. Non è la prima volta che Green, già proprietario di alcune catene di abbigliamento come Top Shop, cerca di mettere le mani sul più rinomato dei grandi magazzini inglesi. Già cinque anni fa aveva fatto una proposta, andata a vuoto. L'estate scorsa Green era poi entrato in lizza per la conquista dei supermercati Safeway incassando l'ennesimo fallimento.
Ora resta da vedere se Green vorrà procedere con un'Opa ostile oppure se deciderà di incassare il no e ritirarsi. Secondo Tony Shiret di Credit Suisse First Boston «è improbabile che Green vada avanti ora che il board si è detto contrario». Il cda attende ora la presentazione di un'offerta da parte di Kkr, il fondo di private equity statunitese, che a sua volta aveva fatto intendere un interesse per M&S.
Estratto da Finanza&Mercati del 04/06/04 a cura di Pambianconews