Una decina di fondi di private equity, italiani e stranieri, ha sottoscritto il confidential agreement proposto dal gruppo Coin per la cessione di una quota di minoranza di Oviesse. A tutti in questi giorni sarà recapitato il documento che riassume in una cinquantina di pagine la posizione di Oviesse e sulla base del quale potranno essere fatte le offerte. «La cessione – ha confermato ieri a margine dell'assemblea Coin l'amministratore delegato Fernanda Pelati – riguarderà una quota significativa ma pur sempre di minoranza. Il nostro obiettivo, infatti, è quello di tenere saldamente uniti nel gruppo i marchi Coin ed Oviesse perchè riteniamo che questa strategia sia premiante sia sul mercato finanziario sia su quello retail».
Tanto interesse trova puntuale riscontro nella performance del brand low cost del gruppo veneziano: +3,6%, secondo i dati resi noti ieri in assemblea da Pelati, pur in un momento di stagnazione del mercato. Fra una decina di giorni, in sede di approvazione della trimestrale, si conosceranno anche i dati relativi a Coin, ma la posizione non è certo migliorata rispetto a -9,8% di marzo. Dalla prima assemblea del “nuovo corso” del gruppo, dopo l'uscita di scena dei fratelli Piergiorgio e Vittorio Coin che hanno fatto spazio, a conclusione di una lunga disputa familiare, ai figli Marta e Piero, è uscita l'ennesima quanto documentata conferma che l'esperienza internazionale è ormai un capitolo definitivamente chiuso.
Rimane aperto il problema Coin. Il management, assieme a Boston consulting, sta effettuando una verifica a 360 gradi della situazione in tutte le sue componenti. «Il mercato è sempre più a clessidra – osserva Fernanda Pelati – Oviesse viaggia bene nel segmento basso, così come non ha difficoltà, chi sta su un target alto. Coin storicamente era posizionato sul medio-alto e deve trovare una nuova collocazione salda e competitiva sul mercato italiano. Entro giugno sarà concluso lo studio che abbiamo in atto e saremo pronti per prendere le necessarie decisioni operative che potranno riguardare tutto, dalle location ai singoli settori di retail».
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Estratto da Il Sole 24 Ore del 1/06/04 a cura di Pambianconews