Un incontro per pochi «eletti» che ha messo i brividi. Martedì scorso, a mercati chiusi, il top management della Coin ha illustrato ad alcuni analisti l'andamento della società. Così ieri il titolo ha perso un altro 1%, scivolando a quota 2,73 con volumi piuttosto alti: l'1% del capitale, vale a dire più di un milione di azioni. Ma che cosa hanno rivelato i manager guidati da Fernanda Pelati? Semplicemente che dopo un brutto quarto trimestre, anche i risultati di aprile non sono confortanti. Coin, che nel periodo febbraio-marzo ha registrato una contrazione dei ricavi dell'8-9%, dovrebbe chiudere l'anno (bilancio al 31 gennaio 2004) con un mol di appena 10 milioni.
Oviesse, invece, rispetta la tabella di marcia e si appresta a finire l'esercizio con un mol di 100 milioni. Tuttavia, la contrazione dei ricavi e il disimpegno dalla Germania pesano sulla struttura patrimoniale del gruppo. Dopo avere rinegoziato linee di credito per 48 milioni, l'azienda veneta della grande distribuzione dovrebbe ottenere analoga misura di finanziamenti anche nel secondo semestre dell'anno. Così, a fine esercizio la posizione finanziaria netta è destinata a peggiorare ancora, con un indebitamento stimato a quota 145 milioni.
Intanto la società ha dato mandato a Boston Consulting per studiare il futuro del marchio Coin. Secondo gli analisti la soluzione migliore sarebbe cedere l'intera attività a un gruppo di private equity; tuttavia, con questi presupposti non è facile trovare un compratore. Anche Bridgepoint, che in passato aveva avuto contatti con la famiglia veneta, ha dichiarato a Finanza & Mercati di avere chiuso il capitolo Coin definitivamente. Il management ha poi ribadito la disponibilità a vendere una quota di minoranza di Oviesse pur di ripianare la posizione finanziaria.
Estratto da Finanza&Mercati del 6/05/04 a cura di Pambianconews