Pierre Cardin ha appena dato mandato di vendere la griffe che può contare su 250 licenze in tutto il mondo (a esclusione di Argentina, Giappone, Paraguay e Uruguay) .
L'obiettivo, come hanno spiegato al quotidiano MFFashion quanti hanno ricevuto già il dossier, è archiviare l'operazione entro la fine del mese di giugno. Gli interessati per conquistare la griffe devono essere pronti a sborsare da 400 milioni di euro in su.
La struttura dell'azienda (con un giro d'affari di circa 35 milioni di euro) è relativamente snella e può solo su una ventina d'impiegati e 15 agenti. La produzione è infatti affidata interamente ad aziende terze e l'unico introito deriva dalle royalties pagate dai 250 licenziatori che operano in 50 paesi. Tra i possibili pretendenti ci potrebbero essere banche d'affari come Goldman Sachs e Merrill Lynch o fondi di private equity del calibro di Cerberus che ha acquistato recentemente Fila dall'ex Hdp ora Rcsmedia Group e sarebbe in trattative per rilevare una quota di Versace.
Non è la prima volta che Cardin tenta di vendere la sua griffe. Già nel 2000 il Sunday telegraph aveva fatto sapere che Cardin aveva dato mandato alla banca Sp mergers di trovare un socio. La società era stata valutata circa 1,64 miliardi di euro. Una cifra esorbitante che aveva fatto desistere i potenziali interessati. Lo stilista, per giustificare la voglia di vendita, una volta aveva detto: #'ho più di 80 anni e anche se lavoro da mattina a sera senza problemi voglio sentirmi libero. Seguirò la maison da fuori, ma basta con le responsabilità di cui sono stato sempre prigioniero''. Ora il suo desiderio di libertà potrà essere presto esaudito.
A cura di Pambianconews