Il Gruppo Gucci ha chiuso il 2003 con un fatturato di 2.587 milioni di euro in crescita dell'1,7% rispetto al 2002. La crescita ha interessato sia gli Usa che l'Asia, ma soprattutto l'Europa che si è risvegliata con un aumento a due cifre. Quali sono le prospettive per il 2004?
Il quarto trimestre del 2003 è stato un trimestre record che ci ha permesso di chiudere bene l'anno dopo un avvio difficile per il settore. In particolare, grazie a collezioni straordinarie, Gucci ha registrato crescite nelle vendite in tutte le regioni e in tutte le categorie di prodotto. Siamo particolarmente contenti della performance in Europa, dove siamo gli unici a registrare una crescita a doppia cifra a cambi costanti, oltre che in Asia e Stati Uniti. Con questi risultati è stato possibile ottenere il margine operativo trimestrale più alto mai registrato nella storia della Gucci (36% dei ricavi) e il Gruppo nel suo complesso ha toccato livelli record in termini di ricavi e utile operativo trimestrali.
Come si profila la redditività del Gruppo Gucci per il 2004? Ci sono già alcune indicazioni positive nel primo trimestre?
Il primo trimestre del 2004 della Gucci sta andando benissimo: nel mese di aprile i negozi diretti in tutto il mondo erano in crescita a doppia cifra proseguendo così il trend già registrato a febbraio e marzo. Dato che oggi è il mio ultimo giorno in azienda, e che altri hanno ormai la responsabilità di realizzare i nostri business plan, non mi sembra appropriato fare previsioni più specifiche per l'intero anno in corso.
Il duo De Sole-Ford in meno di un decennio ha incrementato il valore dell'Azienda da 400 milioni di dollari a 10 miliardi. E' un exploit credo unico nella storia del settore. Può indicarmi i 3 fattori che sono stati determinanti per questo successo?
Tre fattori sono stati fondamentali per la rinascita della Gucci: il design, grazie al grande lavoro svolto da Tom Ford per posizionare l'azienda non solo come marchio di pelletteria, ma come nome forte nel panorama della moda e del lusso grazie allo sviluppo dell'abbigliamento; il focus sull'alta qualità senza compromessi del Made in Italy, direi quasi del Made in Tuscany, grazie alle capacità artigianali del distretto toscano; la coerenza dell'immagine: abbiamo la stessa immagine di brand in tutto il mondo e in tutti i negozi Gucci grazie alla coerenza tra prodotto, pubblicità e negozi.
Che cosa lascia in eredità della sua gestione al Gruppo Gucci?
Sono certo di lasciarmi alle spalle un'azienda forte e dinamica, fondata su marchi tra i più prestigiosi nel settore della moda e che non teme confronti per la forza del suo management, il talento dei suoi creativi e la motivazione dei suoi dipendenti. Sono proprio questo talento e questo impegno che hanno trasformato Gucci da una società in declino qual era undici anni fa in quello che è oggi uno dei più solidi e redditizi gruppi del lusso al mondo.
Qual è il suo giudizio sui primi passi della gestione francese targata Ppr, in modo particolare sulla nomina di tre responsabili creativi (uomo, donna, accessori) anziché uno unico?
Conosco Alessandra, John e Frida e sono designer di grande talento. Adesso hanno davanti una grande opportunità e una grande sfida e auguro loro tutto il meglio per le loro carriere.
Vorrei utilizzare la Sua esperienza per farle una domanda di interesse generale. Quale dovrebbe essere la strategia delle Aziende della moda per consolidare e sviluppare ulteriormente le loro posizioni nei mercati internazionali?
Oltre ai tre fattori che ho citato prima quali il design, la qualità e la distribuzione controllata, sono convinto che si debba continuare a valorizzare il Made in Italy nel mondo come abbiamo sempre fatto in Gucci in questi anni.
Un'ultima domanda. Che cosa farà da grande?
Venerdi 30 aprile sarò in volo verso la Carolina del Sud, dove ho in programma di leggere, riposarmi e andare in barca a vela. Sono stato anche inserito nella lista dei membri indipendenti del CdA di Telecom Italia, un'azienda che ammiro molto e da lungo tempo. Nelle prossime settimane sarò di nuovo a Milano per l'Assemblea degli azionisti e poi… si vedrà.
A cura di Pambianconews