La qualità del credito di alcune società italiane del lusso e della moda (per esempio Safilo, IT Holding, Versace, Prada, Marzotto ) è attualmente penalizzata da profili finanziari risultanti dalle politiche di crescita esterna aggressiva del passato. Lo dice Standard & Poor's Ratings Services in un report pubblicato ieri, sottolineando che il settore è stato messo sotto pressione nel 2003, soprattutto nel primo semestre, dalla debolezza della fiducia dei consumatori, dalla guerra in Iraq, dalla Sars e da movimenti valutari sfavorevoli, fattori che per molte società si sono tradotti in performance operative e finanziarie più deboli.
Per le società che hanno finanziato le acquisizioni passate con debito bancario a breve termine o bond senza rating a medio la questione del rifinanziamento rappresenta un rischio che occorrerà monitorare da vicino nei prossimi mesi. Sul fronte opposto, grazie a una maggiore generazione di free cash flow o a strategie di acquisizioni meno aggressive, società come Armani, Gucci, Bulgari, Tod's e Mariella Burani dovrebbero essere in grado di continuare a finanziare internamente la maggior parte della crescita, prosegue il report.
Secondo S&P, le prospettive sulla qualità del credito del settore sono contrastate. Nel 2004, la debolezza del dollaro contro l'euro continuerà a mettere sotto pressione le società del lusso e della moda soprattutto per quanto riguarda la sostenibilità dei margini. Tuttavia, contestualmente all'avvio della ripresa delle economie mondiali, si prevede che le società più forti traggano vantaggio dagli investimenti fatti negli anni scorsi, così come da iniziative di controllo costi.
Estratto da Reuters del 27/04/04 a cura di Pambianconews