Utili in crescita nonostante tutto: cinque parole per fotografare l'esercizio 2003 del gruppo Armani. L'anno si è chiuso con un risultato netto di 134 milioni di euro, in crescita del 14% rispetto al 2002. Nonostante un calo dei ricavi (-3,5% a cambi correnti, cioè tenendo conto dell'effetto supereuro), che nel 2003 sono stati di 1,225 miliardi di euro; nonostante la congiuntura economica globale negativa e la conseguente crisi della moda e del lusso. «Last but not the least», nonostante l'epidemia di polmonite atipica, la Sars, che ha assestato un duro colpo a tutte le aziende, come il gruppo Armani, che fanno una percentuale sempre maggiore del loro fatturato sui mercati asiatici. E ora Giorgio Armani, che del gruppo è presidente e amministratore delegato è ottimista. Per due motivi. Primo: lo stilista è convinto «che sia in atto una ripresa del settore del lusso, dopo anni di rallentamento dell'economia, di guerre e di allarmi, che hanno paralizzato il comparto». Secondo, grazie ad alcuni solidi dati economici: le vendite al dettaglio della maison sono migliorate del 9% nei primi tre mesi dell'anno, raggiungendo una crescita del 15% negli Usa, rispetto a un anno prima.
L'aumento è stato invece #'solo'' del 3% in Giappone e in Europa, aree in cui l'economia è ancora in affanno. Le vendite all'ingrosso della collezione autunno/inverno 2004, tradizionalmente la più importante nel bilancio di un gruppo della moda, hanno segnato una crescita del 10 per cento. Qual è stato in questi anni il punto di maggior forza del gruppo, cresciuto senza soluzione di continuità sia in termini di reddito sia in termini di ricavi? «Il gruppo ha diverse anime, ha detto il direttore generale Gianni Gerbotto per spiegare i risultati 2003, e negli ultimi 10 anni abbiamo avuto una sorprendente e costante crescita del fatturato». Questo si traduce in «un cash flow annuo di circa 200 milioni di euro, ha precisato Paolo Fontanelli, direttore finanziario, che ha permesso di migliorare del 149% la posizione finanziaria rispetto al 2002 portandola a 264 milioni di euro». I piani per il futuro sono di crescita, specie nel Far East: nel 2003 sono stati investiti 38 milioni di euro «in parte nel retail, per l'apertura di 30 nuovi punti vendita e la ristrutturazione di altri 11, e per potenziare l'attività industriale del gruppo», ha precisato Fontanelli.
II direttore finanziario ha sottolineato che anche nel 2004 gli investimenti si manterranno molto alti e diversificati: oltre al #'maxi progetto'' alberghiero da un miliardo di dollari (che prevede l'apertura di 10 hotel di lusso in joint-venture con la Emaar, partecipata al 30% dal governo di Dubai, sarà potenziata anche la linea Armani Casa e verrà aggredito il mercato cinese. La Cina è un mercato promettente, su questo sono tutti d'accordo, ma anche un temibile concorrente.
Vedi tabella che segue
Estratto da Il Sole 24 Ore del 14/04/04 a cura di Pambianconews
Per maggiori dettagli vedere comunicato stampa Armani alla voce 'Comunicati stampa delle Aziende' del nostro sito.