Si allontana per Versace l'incubo del rimborso di bond per 100 milioni di euro, in scadenza a luglio. La casa milanese ha infatti firmato un accordo con Banca Intesa, cui è stato conferito il mandato di organizzare la ristrutturazione del debito finanziario lordo di gruppo. Il mandato prevede l'organizzazione di un finanziamento per un massimo di 140 milioni di euro, finalizzato al rimborso del bond da 100 milioni e al finanziamento del capitale circolante. A Banca Intesa verrà conferito il ruolo di arranger della ristrutturazione del debito, con tre forme tecniche diverse e con diverse strutture temporali.
Inoltre, «sarà formalizzato a breve l'incarico a Lazard, assistita da Csfb, per la ricerca di un partner finanziario», spiega il direttore generale di Versace, Daniele Ballestrazzi. E aggiunge: «Un fondo di private equity, che dovrebbe entrare attraverso un aumento di capitale riservato, e che ci sia compagno di viaggio per qualche anno». Poi, quale sarà la via d'uscita? «La forma classica, risponde Ballestrazzi è quella della quotazione in Borsa, che tra l'altro coincide con l'orientamento della famiglia prima della morte di Gianni. La Borsa resta l'obiettivo principale, precisa, ma bisogna fare i conti con mille parametri, con le condizioni di mercato e così via».
Poche notizie, invece, sui dati del bilancio 2003, per i quali bisognerà attendere l'assemblea di fine aprile. «La valutazione di alcune poste è ancora incorso, spiega il direttore generale. Sicuramente è stato un esercizio molto duro, in cui però la contrazione dei ricavi è stata controbilanciata da un'attività molto incisiva sul fronte dei costi». I ricavi consolidati si sono, infatti, fermati a 400 milioni rispetto ai 482,8 del 2002. Un calo, secondo Ballestrazzi, dovuto sì alla contrazione dei volumi, ma accentuato dalla conversione in curo degli introiti da aree legate al dollaro. Sempre a fine 2003 l'indebitamento finanziario netto era paria 117 milioni circa, in leggera contrazione rispetto ai 130 milioni dell'anno precedente.
Tra gli nella obiettivi c'è poi l'ottimizzazione del portafoglio licenze: «Stiamo pensando di esternalizzare alcune attività, in settori che non coincidono con il core business, per recuperare flessibilità operativa». Quanto ai prodotti, gli accessori che ora rappresentano meno del 10% (contro il 60% e più dell'abbigliamento) sono una delle aree con maggiori potenzialità di crescita. Così come lo sono, sulla direttrice geografica, il Giappone e l'Asia, che oggi non vanno oltre il 15% (dovranno salire al 35% circa); gli Stati Uniti restano un mercato importante (il fatturato di tutti i marchi rappresenta il 15% circa del totale) ma qui l'effetto euro penalizza le vendite.
Vedi tabella che segue
Estratto da Il Sole 24 Ore del 25/03/04 a cura di Pambianconews
Per maggiori dettagli vedere comunicato stampa Versace alla voce 'Comunicati stampa delle Aziende' del nostro sito.