L'American Federation of Labor – Congress of Industrial Organizations (AFL-CIO), federazione di 64 #'trade union'' con circa 13 milioni di associati, ha invocato un innalzamento delle barriere per l'import di prodotti cinesi. L'organizzazione mira a portare dal 10 al 77% gli obblighi tariffari, per neutralizzare le differenze fra i salari dei lavoratori e i costi di produzione in Cina rispetto a quelli statunitensi.
Secondo l'AFL-CIO, il costo del lavoro in Cina attualmente sarebbe inferiore dal 47,4 all'85,6% rispetto a quello negli Stati Uniti, che hanno abbattuto i costi totali relativi ai prodotti realizzati nel Paese dal 10,6 al 43,6%.
L'azione mira di riflesso a migliorare le condizioni di lavoro in Cina e a esercitare una pressione sul governo della nazione perché adotti standard mondiali in questo ambito.
A lungo termine l'obiettivo è di preservare l'occupazione negli Usa, dove la concorrenza sleale da parte della Cina si calcola abbia prodotto una perdita di 727.000 posti di lavoro.
Estratto da Fashionmagazine.it del 18/03/04 a cura di Pambianconews