Dopo quattro anni, oggi Federico Marchetti se la ride. Alle porte di Yoox, ha bussato il fondo americano Benchmark Capital. Questi signori, gli stessi che hanno sostenuto la nascita di uno dei fenomeni dell'e-commerce a stelle e strisce (e-Bay), «si sono presentati di propria iniziativa, racconta Marchetti, e ci hanno scelto per il loro primo investimento in Italia». Quanto? Per ora un aumento di capitale da 6,5 milioni, finalizzati a «una partecipazione di assoluta minoranza». La quota esatta resta top secret. Fatti due calcoli sulle quote precedenti all'entrata del fondo, Benchmark potrebbe avere attorno al 5% del capitale. Un'ipotesi che assegna a Yoox un valore attorno a 130 milioni, non troppo lontano da dieci volte quello iniziale. Un buon rendimento per i soci: il 12% è di Marchetti, un altro 12% del management, il 15% circa è diviso tra fondatori e partner industriali. Il restante 66% è dei fondi (compreso Benchmark).
Ora gli americani, quelli di Benchmark, credono nella possibilità che il boom continui. E ci crede anche Marchetti. Con un passato in Lehman Brothers e in Bain (ma ti chiedi quando, vista l'età) e una faccia da uno che si sta divertendo un sacco, comincia «a vedere la quadratura del cerchio» (leggi: la quotazione in Borsa). Dopo tre anni di crescita a tre cifre dei ricavi (22 milioni nel 2003 contro i 12 del 2002, e un pareggio operativo in saccoccia) «ora si tratta di diventare grandi». Detto da uno che ha 34 anni può far sorridere, ma significa «ricavi 2004 a 40 milioni, ebitda positivo e, soprattutto, fare di Yoox la prima piattaforma tecnologica per l'e-commerce diffusa sui tre continenti». Perché il gruppo bolognese, dopo aver conquistato gli Usa in pochi mesi («siamo sbarcati a metà 2003, a fine 2004 sarà il nostro primo mercato») sta replicando la stessa struttura logistica in Giappone. Dove la fame di brand non sarà certo spaventata dal web.
Estratto da Finanza&Mercati del 17/03/04 a cura di Pambianconews