La più importante acquisizione sarà conclusa entro la fine di aprile. In quella data, Ppr (Pinault-Printemps Redoute) lancerà l'opa sulle azione di Gucci presenti sul mercato e questo porterà in Francia uno dei nostri più bei nomi. Ma, sia pure in un mercato che non vede le scosse telluriche degli anni scorsi (celebre la lotta che fece Patrizio Bertelli per accaparrarsi Fendi, che poi rivendette a Lvmh, la «guerra dei Roses» che oppose sempre Bertelli a Diego Della Valle per l'acquisto di Church's, oppure, ancora, la contesa Marzotto-Perna per la proprietà della Gianfranco Ferrè) la corrente sotterranea delle acquisizioni e delle fusioni continua: costante, su tono minore, ma assolutamente non sconfitta dalla crisi economica. Anzi, sia pure non tutti eclatanti, i movimenti sono stati piuttosto interessanti.
Questi i dati secondo uno studio aggiornato al 15 febbraio di quest'anno da Pambianco Strategia di Impresa. Fusioni ed acquisizioni sono cresciute del 38% rispetto al 2002 e quelle realizzate da aziende italiane sono ben 11 contro l'esatto numero di aziende del nostro paese acquistati da gruppi internazionali. Fra le holding che hanno realizzato maggiore «movimento» in questi ultimi mesi c'è il Burani Fashion Group che da due anni circa esegue acquisizioni mirate a rendere del tutto autonoma dai terzisti la sua produzione di abiti, capispallla, maglieria, scarpe, accessori e negozi. Così, meno di 15 giorni fa, il gruppo di Cavriago ha concluso un anno di shopping intensivo acquistando (per 5,5 milioni di euro) la Don Gil GmbH che distribuisce beni di lusso con ben 37 punti vendita multimarca in Austria.
I dati Pambianco mostrano, infine, che molti fondi di investimento tendono ad acquistare quote di aziende abbastanza floride. Un caso? La Nord Est Invenstement ha acquisito il 30% della Incotex, marchio di pantaloni fra i più in del mondo. Ma le lotte più importanti a colpi di quattrini avvengono nel mondo della cosmesi l'ultimo settore della moda a restare florido come ai tempi andati. L'Oreal ha comprato a suon di euro la cinese Yue-Sai per penetrare tranquilla nel gigantesco mercato cinese mentre la San Nic si è presa la Jean Klebert levando ai suoi nemici un competitor non indifferente.
Estratto da Il Giorno-Economia del 28/02/04 a cura di Pambianconews