«Mi hanno buttato fuori». Fine del fairplay. Tom Ford ha l'amaro in bocca. Anche se sorride, bello come sempre, nella Sala Alessi di Palazzo Marino, ospite del sindaco Gabriele Albertini. Solo ventiquattr'ore prima della sua ultima uscita in passerella per Gucci, con la collezione donna per l'autunno-inverno 2004-05. Tra poche settimane lo stilista texano adorato dalle più potenti giornaliste di moda e Domenico De Sole, l'amministratore delegato artefice del turnaround finanziario del gruppo fiorentino, lasceranno la #'doppia G''. Con François Pinault, magnate francese della Pinault-Printemps-Redoute e azionista di controllo di Gucci Group, hanno concordato di non rinnovare i loro ricchi contratti, giunti a scadenza. Ma mai finora, né dalla bocca di Ford né, tanto meno, da quella di De Sole, era uscita una frase così secca a commento del divorzio più clamoroso mai vissuto nel mondo del fashion.
Giacca di velluto blu con collo a scialle camicia bianca aperta sul viso abbronzato, Ford attende di sedere al tavolo d'onore nella serata organizzata dal Comune di Milano e dalla Camera nazionale della moda, sponsor Deutsche Bank. Il premio #'Milano per la moda'' viene assegnato a Franca Sozzani, direttore di Vogue Italia, festeggiata da stilisti, imprenditori e pierre della moda. Con lei Ford, appunto, Gianfranco Ferrè, Karl Lagerfeld, Jonathan Newhouse, chairman di Condé Nast Europe & Asia, e le giornaliste Suzy Menkes dell'Herald Tribune, appena ripresasi dal «panico» per la rottura del server del quartier generale europeo del quotidiano a Parigi, che l'ha costretta a consegnare l' articolo sulla sfilata Prada 15 minuti esatti dopo il termine, e Lina Sotis del Corriere della Sera.
Ma dove finirà ora Ford? Il tormentone sul suo futuro appassiona gli addetti ai lavori. è vero che si trasferirà a Hollywood per dedicarsi all'entertainment, magari come produttore? Oppure, perché no, come attore e regista? «Mi farò un sonnellino», aggiunge. «Sì, sì, finalmente dormirò». Anche De Sole parla di relax: «Tornerò in America con la mia famiglia e finalmente andrò sulla mia barca a vela». Per lui, avvocato già nel board di multinazionali del calibro di Procter & Gamble, la cooptazione nei consigli di amministrazione sarebbe «un'attività molto remunerativa», come ha ammesso in passato. Intanto, a margine della sfilata, De Sole snocciola i dati delle vendite dell'ultimo trimestre (che chiude a gennaio 2004): per il marchio Gucci una crescita a doppia cifra, a cambi costanti. «Anche in Europa, area che sta mostrando particolare sofferenza», ha precisato.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 26/02/04 a cura di Pambianconews