La grande sfida del supereuro si fronteggia con l'innovazione, l'hi-tech e la differenziazione del prodotto. Tutti elementi che consentono di muoversi sullo scacchiere della globalizzazione con più ampi margini di manovra sia sul versante degli accordi sia su quelli produttivi. E questa ricetta vale anche per gli articoli più #'tradizionali'', come ad esempio le scarpe. Questa la ricetta di Mario Moretti Polegato, presidente del gruppo calzaturiero veneto Geox, che non rinuncia alla sfida americana e si appresta, anzi, ad aprire un negozio a New York.
Dottor Moretti Polegato, avete risentito della rivalutazione dell'euro?
Non siamo completamente esenti da problemi. Il dollaro debole ci penalizza, ma siamo riusciti ad ammortizzare il colpo meglio di altri, a limitare i danni.
Come avete fatto?
Produciamo scarpe. Siamo nel settore #'fashion'', nel segmento medio-alto. Ci consideriamo però un'azienda hi-tech, nel senso che abbiamo investito in tecnologia (con tanto di brevetti) per differenziarci e in tempi certamente non sospetti.
E adesso quindi ritenete di avere le carte in regola per attaccare il mercato statunitense?
Un gruppo come il nostro, presente in 68 Paesi, non può permettersi di trascurare i ricchi consumatori americani. Lo scorso anno abbiamo prodotto 6,5 milioni di scarpe. Il nostro giro d'affari 2003, in via di certificazione, è di 240 milioni di euro, in crescita del 33% sul 2002. Negli Usa siamo già presenti a Philadelphia e, tra qualche settimana, apriremo un negozio a New York, in Madison avenue.
Quali le prospettive per il futuro?
Quest'anno prevediamo di proseguire il trend di sviluppo del 2003 con una crescita analoga del business. Abbiamo in sostanza guadagnato una grande flessibilità sotto l'aspetto manifatturiero. Oltre che in Italia, Romania e Slovacchia possiamo decidere di produrre nell'area del dollaro (grazie appunto al Messico), nel Far East (in Cina) e nel Mediterraneo con laboratori terzisti che lavorano solo per noi.
Vedi tabella che segue
Estratto da Il Sole 24 Ore del 26/02/04 a cura di Pambianconews