La Ferrari spegne i motori. Nella corsa per lo sbarco a Piazza Affari la Rossa avrebbe optato per una fermata ai box più lunga del previsto. La tanto attesa Ipo già una volta rimandata, potrebbe infatti slittare nuovamente. Il motivo? Le cause sarebbero l'incertezza dei mercati e un quadro generale ancora troppo grigio per testare la risposta degli investitori. Proprio in questo contesto sarebbe quindi maturata la decisione di allargare il consiglio di amministrazione a un esponente dei soci finanziari.
Così ieri l'assemblea ha ratificato l'ingresso di Mediobanca nel cda di Maranello che ha di fatto ridisegnato il board del gruppo portando il numero di consiglieri a 11 dal precedente 10. La nuova poltrona è stata riservata a Renato Pagliaro, condirettore generale di Piazzetta Cuccia, azionista Ferrari con una quota del 15% del capitale dopo che Lehman Brothers ha rilevato dall'istituto il 6,5% della Rossa. Nel cda sono inoltre entrati Luigi Gubitosi e Eugenio Razelli, rispettivamente direttore finanziario e responsabile della funzione business development and strategies di Fiat, in sostituzione di Ferruccio Luppi e di Francesco Paolo Mattioli. Luca Cordero di Montezemolo rimane presidente e amministratore delegato, mentre Piero Ferrari mantiene la carica di vicepresidente. Gli altri consiglieri sono Diego Della Valle, Romano Minozzi, Giuseppe Morchio, Marco Piccinini, Sergio Pininfarina e Jean Todt.
Tornando alla questione Ipo, a giugno 2002, quando via Filodrammatici rilevò il 34% della Ferrari per 775,2 milioni, venne concordato che il Cavallino sarebbe dovuto approdare a Piazza Affari entro un anno. Passati i primi 12 mesi, un nuovo timing è però stato fissato: appunto il giugno 2004. Target che, come detto, potrebbe nuovamente slittare in avanti. A questo punto, l'impossibilità di valorizzare la partecipazione da parte dei soci finanziari rendeva quantomeno indispensabile riservare loro un posto sulla plancia di comando.
Estratto da Finanza&Mercati del 26/02/04 a cura di Pambianconews