Gianni Mazzola e Carlo Pagani di scalate dinanzi ne hanno due. La prima si chiama Schiapparelli, la seconda Finpart. L'imprenditore trentino e il banchiere ticinese nell'uno e nell'altro caso, sul finire del 2003, hanno insieme rilevato il controllo dell'impresa. Due casi diversi ed entrambi difficili. Schiapparelli ha in agenda un aumento di capitale da 200 milioni di euro, scaglionato in cinque anni. «A breve presenteremo la prima tranche» anticipa Mazzola. Quanto a Finpart, nell'autunno scorso aveva annunciato una ricapitalizzazione di 100/120 milioni. Mazzola nei suoi panni di presidente Finpart dice di essere «tuttora preso dallo studio delle diverse opzioni possibili per ristrutturare il gruppo Finpart e rilanciarlo».
Il suo predecessore, Ubaldo Livolsi, alle prese con la necessità di ridurre drasticamente l'indebitamento, ha intrattenuto trattative per la vendita di Pepper, Frette e Cerruti. Livolsi insomma non ha ritenuto di escludere a priori la cessione degli asset fondamentali di Finpart. A spingere in tale direzione è la pesante crisi finanziaria che grava sulla holding della moda. Su un punto, tuttavia, il presidente Mazzola vuole fare chiarezza. Premesso che «Finpart ha bisogno di molteplici interventi», Mazzola rimarca che il bond in scadenza a luglio 2004 per un valore di 200 milioni di euro «come tutti i debiti va pagato».
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Estratto da Affari & Finanza del 26/01/04 a cura di Pambianconews