Duecentotrenta anni di storia e un marchio dal prestigio indiscusso non sono bastati a salvare Pineider, l'azienda fiorentina di pelletteria e cartoleria di lusso acquisita quattro anni fa dalla Hopa di Emilio Gnutti e ora arrivata, tra la sorpresa di molti, al capolinea. Dopo i numerosi tentativi di rilancio, la holding di partecipazioni del finanziere bresciano ha deciso di gettare la spugna e di mettere in liquidazione la società. L'assemblea per adottare i relativi provvedimenti sarà convocata nei prossimi giorni. Toccherà dunque al liquidatore tentare di riscuotere i crediti e di soddisfare i debitori mettendo a frutto gli asset aziendali, tra cui i più appetibili sono il marchio e la rete di negozi che fa capo alla controllata (al 100%) #'Gli Atelier di Pineider''.
Il salvataggio della società fiorentina è dunque appeso a un filo: la strada che porta alla cancellazione potrà essere abbandonata solo se arriveranno proposte concrete per rilevarla. L'agonia di Pineider va avanti ormai da anni. Nel 2001, ultimo bilancio depositato, il valore della produzione era stato di 10,72 milioni (per l'82% realizzata in Italia), mentre i costi di produzione avevano toccato i 18,87 milioni. Il bilancio aveva chiuso con un utile di 25mila euro solo grazie ai proventi straordinari (9,35 milioni). Già all'epoca la società era gravata da 17,62 milioni di debiti, in gran parte risultato della transazione conclusa con le banche e assunti dalla controllante Hopa. Nel 2002 la proprietà aveva previsto una sostanziosa crescita, con un giro d'affari di 20 milioni e il ritorno al pareggio per l'anno successivo, obiettivi evidentemente mancati vista la decisione di liquidare la società.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 20/01/04 a cura di Pambianconews