Rotta verso l'Est, potenziamento del marchio nella vecchia Europa e occhi puntati sulla Cina per Burberry, il marchio inglese di abbigliamento legato, nella memoria dei più, ai trench e agli ombrelli a quadri lanciati negli anni 60 dagli eredi dal fondatore Thomas Burberry. L'azienda sta vivendo un momento di grande rinnovamento, come testimoniano i dati relativi al terzo trimestre 2003 (finito a dicembre), presentati ieri a Londra. Dopo aver chiuso la prima metà dell'anno finanziario 2003 con un fatturato di 321,3 milioni di sterline (a +16%), Burberry mantiene le promesse di crescita. Il fatturato del terzo trimestre ha mostrato un oscillazione positiva del 12% (+15% riferito a tassi di cambio fissi) rispetto allo stesso periodo dell'anno prima; le vendite al dettaglio sono cresciute del 7% (+11% a tasso fisso), mentre le vendite all'ingrosso hanno toccato un picco del +23%. Le entrate da concessione di licenze Burberry, infine, sono salite del 10% (+18% riferite a tassi fissi) sempre rispetto allo stesso periodo 2002. Burberry inizia così l'ultimo trimestre dell'anno finanziario 2003 (che terminerà a marzo) in continua crescita, e Rose Marie Bravo, amministratore delegato di Burberry, ha anticipato a ItaliaOggi le prossime sfide del gruppo.
Signora Bravo, il report finanziario di Burberry ha mostrato ottimi risultati del gruppo nel mondo. Chi sta dando le maggiori soddisfazioni?
Sicuramente l'Europa (il 54% del business è generato dal Vecchio continente, ndr) e Milano in testa. L'apertura dello store monomarca è stato un enorme successo. Ma abbiamo avuto anche la maggior crescita negli ultimi due anni in Asia e Stati Uniti.
Qual è l'area geografica più appetibile per Burberry?
Al momento stiamo concentrando i nostri sforzi su Hong Kong e la Cina. Il paese sta diventando interessante per diversi marchi grazie alle risorse disponibili e al desiderio crescente di importare prodotti e brand innovativi.
Strategie e futuro. Che cosa coniugherete nel cilindro a quadri?
Il team Burberry e tutti i manager sono stati in grado di elevare un marchio inglese alla categoria lusso e penso che questo sia davvero la nostra conquista migliore. Per il futuro vedo evoluzione e produzioni di qualità enfatizzando categorie innovative, senza dimenticare i prodotti di punta esistenti. Questo è quello che abbiamo realmente in mente: trasmettere un nuovo stile di vita a una clientela sempre più diversa e nella maniera meno formale possibile.
Estratto da ItaliaOggi del 15/01/04 a cura di Pambianconews