Fatturato e utile con crescita a due cifre, aumento delle quote di mercato, apertura di nuovi monomarca: un 2003 da record per Pomellato.
Francesco Minoli, amministratore delegato dell'azienda orafa milanese, sintetizza le ragioni di questo successo. Dopo un periodo di riorganizzazione molto difficile, redditività e fatturato sono migliorati sensibilmente. Il 2003 chiuderà con 76 milioni di euro di fatturato wholesale. Il retail si attesta sui 173 milioni, poichè occorre quasi raddoppiarlo.
Le chiavi del successo dopo l'arrivo di Minoli, nel 1999, sono state: innovazione di prodotto, struttura di vendita separata per le collezioni Dodo (che è un vero e proprio marchio ora, passato da 9 a 28 milioni di euro di fatturato), razionalizzazione dei prodotti in catalogo.
L'azienda che conta 200 dipendenti, di cui 80 artigiani, punta anche molto sull'effetto Natale, che pesa per circa il 9% del fatturato dell'anno.
Per quanto riguarda i mercati in cui Pomellato è presente, e gli effetti del supereuro, Minoli è tranquillo. La debolezza del dollaro non li danneggia. Il mercato principale è quello dell'area euro e gli Usa pesano solo per il 3,9% del fatturato.
Per ciò che concerne il costo della materia prima invece, l'oro, e la sua quotazione record anche in questo caso Minoli minimizza. Il valore del prodotto Pomellato è legato alla lavorazione, al design. Il costo della materia prima incide relativamente poco.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 9/12/03 a cura di Pambianconews