Contraffazione (anche se di un livello inferiore rispetto a quella cinese) e dogane: sono questi gli scogli che ostacolano l'export di mobili italiani in Russia. A mettere il dito nella piaga è Roberto Snaidero, imprenditore nel settore delle cucine e presidente di Federlegno-Arredo. Snaidero è espositore al Mebel di Mosca.
Quali sono i problemi di chi esporta sul mercato russo?
L'incertezza del diritto e la burocrazia. Non trascuriamo il fatto che la Russia non ha ancora aderito alla Wto. Il problema numero uno è l'assoluta mancanza di una legge nazionale che salvaguardi e tuteli i marchi: non c'è difesa per il made in Italy in Russia. Siamo troppo esposti alla contraffazione locale. Però il mercato russo offre delle prospettive di crescita molto interessanti e questo ci impone di non mollare la presa.
Altre difficoltà?
Le dogane. Non c'è mai la certezza che la merce venga sdoganata nei tempi previsti. Spesso siamo costretti a subire dei notevoli ritardi, con grave intralcio ai nostri piani commerciali. Abbiamo sollevato il problema con le autorità russe. Negli ultimi tempi qualcosa è cambiato, ma c'è ancora tanto da fare.
Perché il mobile italiano è così ricercato in Russia?
Al solito: il punto di forza è il design. Piace la qualità del nostro prodotto, che è considerato il migliore. Il mobile italiano piace al tal punto che le vendite in Russia, in continua crescita, sembrano quasi non risentire dell'effetto euro forte. Sono in vista delle joint venture produttive italo-russe? Penso che le opportunità maggiori siano offerte dalle produzioni di semi-lavorati, in virtù dell'abbondanza di materia prima di cui dispone la Russia, mentre è ancora prematuro ipotizzare delle joint venture nel prodotto finito. Comunque la presenza diretta delle nostre imprese in Russia è destinata a crescere.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 19/11/03 a cura di Pambianconews