Giro di valzer. Martedì 4 novembre, dopo mesi di contrattazioni, Domenico De Sole e Tom Ford, rispettivamente presidente-ceo e direttore artistico di Gucci, hanno chiuso le trattative. Lasceranno, assieme, le rispettive poltrone il prossimo 30 aprile perché non ci sono le condizioni per continuare il più che decennale matrimonio con il gruppo che loro stessi hanno contribuito a portare ai vertici. Nel frattempo, grandi manovre. Per la proprietà del gruppo che cambierà completamente casacca e ne indosserà una con i colori francesi; per il nuovo proprietario unico, Pinault, che dovrà cercare un nuovo vertice, un nuovo assetto e una nuova anima alla doppia G. E forse anche per l'intero made in Italy.
L'uscita di scena di De Sole e Ford il primo capogiro l'ha provocato a François Pinault. Gucci, infatti, secondo gli analisti, senza la coppia di testa perde all'incanto circa il 20% del proprio valore, oltre a rischiare un pericoloso immobilismo fino alla prossima primavera. Diventa perciò impensabile che il prezzo del titolo torni sopra il valore dell'Opa lanciata da Pinault (85,52 dollari) che perciò dovrà prepararsi a sborsare altri 2,5 miliardi (oltre ai 6 e rotti già pagati per arrivare vicino al 70% della maison fiorentina). «Non ci spaventa», ha detto il presidente di Ppr, Serge Weinberg. Spaventa il mercato, visto che Ppr ha bruciato solo martedì circa mezzo miliardo di capitalizzazione. Il colosso francese, per contro, si troverà poi tra le mani il 100% del gioiello italiano. «Finalmente», può dire Pinault, dopo le numerose battaglie iniziate nel '99 con lo scontro con Lvmh. Ma il difficile comincia adesso: «Gucci resterà indipendente – ha anticipato Weinberg – e tali resteranno i suoi manager».
Strana situazione, mentre Mario Boselli, presidente di Camera moda, e Vittorio Giulini, presidente di Sistema Moda, ragionano sull'italianità e difendono «la validità del modello della filiera italiana, quella che i francesi non hanno». Concetto ribadito da Carlo Pambianco per cui, tuttavia «il made in Italy deve rafforzarsi per competere con sfide sempre più accelerate». I cugini d'Oltralpe, infatti, non avranno i distretti, «ma hanno più facile accesso a risorse finanziarie che li fanno grandi». Parola di Patrizio Bertelli. Che ha aggiunto: «Pinault su Gucci avrà fatto i suoi calcoli». Così come li avranno fatti De Sole e Ford. In mente, e in tasca, potrebbero avere l'idea per rilanciare qualche altro pezzo del lusso italiano. Si parla di Versace. Ma è più probabile che seguano l'ispirazione di Ford: o con il lancio di una linea dello stilista texano, o con lo spin off di Ysl. A meno che De Sole non decida di appendere il cappello e di fare come ha detto: «Vi aspetto tutti in North Carolina».
Estratto da Borsa&Finanza del 8/11/03 a cura di Pambianconews