«Se c'è gente che vuol fare pettegolezzi, li faccia pure. Ma io non vendo: a questa azienda sono troppo affezionato». Paolo Bulgari, classe 1937, presidente dell'omonima casa di gioielleria, rompe il riserbo: da tempo la sua società è al centro di voci che Ia danno in vendita (si è fatto il nome della Swatch, che ha smentito) a causa di presunti dissidi familiari. Secondo questi rumor, i due fratelli Paolo e Nicola, ciascuno con il 24,5 per cento della Bulgari, non condividerebbero le strategie del nipote Francesco, 46 anni, socio del gruppo con il 4,5 per cento e amministratore delegato della società da quasi vent'anni. «Francesco ha portato risultati splendidi» taglia corto Paolo «e come azionista meli godo: non vedo perché dovrei vendere». Anche Trapani nega i contrasti: «Sono solo dicerie, io e gli zii andiamo d'accordo. Da anni si dice che la Bulgari sia in vendita, c'è chi specula su queste voci».
E perché questa volta l'acquirente sarebbe stata la Swatch?
Perché la casa svizzera è ricca di liquidità e i mercati pensano che stia per fare acquisizioni.
E il pensiero è corso a voi. Invece lei afferma che andate avanti da soli…
Abbiamo una strategia sulla quale c'è il pieno accordo tra me e i miei zii. I risultati sono molto buoni, negli ultimi tre mesi il titolo è salito del 65 per cento. Siamo soddisfatti e la prova è che nel luglio abbiamo rinnovato il patto di sindacato fino al 2006.
Come pensate di chiudere il 2003?
Con un fatturato in crescita del 5-6 per cento e con un aumento più che proporzionale dell'utile.
Avete mai pensato di cedere l'attività degli orologi?
No perché, sebbene in un momento di stanca, continua a essere per noi strategica, grande e molto profittevole.
Nel 2001 lei annunciò l'ingresso della Bulgari nel settore degli alberghi di lusso attraverso una joint-venture con la Marriott. Si è pentito?
Niente affatto. è un'operazione molto positiva per nutrire il marchio Bulgari. E che, sottolineo, ha un impatto finanziario modesto sulla società. In maggio apriremo il primo albergo a Milano: sarà bello. E ne sarò orgoglioso.
Estratto da Panorama del 31/10/03 a cura di Pambianconews