Il tavolo di trattativa tra Prada e le cinque banche garanti del bond da 700 milioni emesso a fine 2001 è tuttora aperto. E forse servirà ancora qualche settimana per limare le ultime asperità, arrivando così a rinegoziare i termini del prestito obbligazionario dopo lo sforamento dei covenant (vincoli di bilancio) da parte del luxury group. Tuttavia lo schema di soluzione appare ormai acquisito. In breve, Deutsche bank, Bnp Paribas e Barclays, che fino a oggi hanno garantito il bond per quote rispettive di 175,150 e 100 milioni, otterranno di dimezzare il loro rischio creditizio. Centrobanca e la controllante Bpu manterranno l'attuale rischio di firma, 100 milioni. Mentre Banca Intesa (oggi garante per 175 milioni) si farà carico della riduzione di quote delle tre banche estere.
In concreto, la Itmd di Amsterdam, finanziaria delle famiglie Prada e Bertelli, emetterà un nuovo prestito obbligazionario da 210-220 milioni convertibile in azioni Prada. Il prestito sarà interamente sottoscritto da Banca Intesa. A questo punto la Prada holding potrà rimborsare per pari importo la Deutsche bank ag che erogò i famosi 700 milioni a fine 2001. Il vecchio bond scenderà quindi a poco meno di 500 milioni. Il risultato? Deutsche bank spa, Bnp Paribas e Barclays ridurranno alla metà le quote della controgaranzia. Altro aspetto è che il pacco di azioni Prada in pegno alle banche salirà da 40% a 49% e la fetta preponderante (circa tre quarti, stimabile nel 38% del capitale) sarà in mano a Intesa.
Vedi tabella che segue
Estratto da Il Mondo del 24/10/03 a cura di Pambianconews