Un corteggiamento assiduo, fatto di attenzioni, promesse, lusinghe. E di progetti su un futuro comune. Tonino Perna, patron della It holding, farebbe di tutto per convincere Santo e Donatella Versace. A metà ottobre Perna ha intrattenuto Santo per un intero pomeriggio con la sua proposta. In breve, fondere la griffe della Medusa nel suo gruppo e destinare ai due fratelli Versace, in pagamento, un cospicuo pacchetto di azioni It holding quotate in Borsa. Il risultato? Dar vita a un polo del lusso imperniato su due marchi di valore come Versace e Gianfranco Ferré (già nella scuderia dell'imprenditore molisano) nonché sul solido business della produzione in licenza per Dolce & Gabbana e Cavalli.
La sinergia più evidente, ha spiegato Perna, sta proprio nel riunire sotto lo stesso cappello il marchio Versace e le licenze oggi assegnate a It holding per le linee Versus, Versace jeans segnature e couture. L'idea è quindi creare valore integrando marchio e produzione. è stato un esame interlocutorio, come ovvio, ma non è caduto nel vuoto. La Versace è ancora in convalescenza dopo un 2002 molto difficile, chiuso con ricavi in calo del 5,4% e conti in rosso per 5,8 milioni. Una perdita contenuta solo grazie ai 25 milioni pagati da Luxottica a titolo di opzione sul rinnovo della licenza per l'occhialeria. Anche se al matrimonio Versace-It holding, qualora venisse accolto da Santo e Donatella, non mancano difficoltà. Il primo motivo è che i due fratelli (hanno 30% e 20% del capitale) non possono assumere impegni sul 50% che Allegra Versace Beck ha ricevuto in eredità dallo zio Gianni.
Il secondo motivo è che, almeno ufficialmente, i Versace vogliono andare avanti da soli. «Non cerchiamo soci», hanno spiegato a giugno alla presentazione dell'ultimo bilancio. Ma per quanto? Almeno finché non verranno i frutti del piano industriale predisposto da Fabio Massimo Cacciatori, consulente e amministratore delegato ad interim. Un piano che andrà in consiglio la prossima settimana e che punta al breakeven già nel 2004 attraverso un severo taglio dei costi, concentrazione dei negozi nelle grandi capitali e ampliamento delle collezioni. Le prime misure trovano già riscontro nella ripresa delle vendite d'autunno.
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Estratto da Il Mondo del 24/10/03 a cura di Pambianconews