Nel cuore del lusso parigino, al 17-21 di rue du Faubourg Saint-Honoré è partita la nuova visione del lusso secondo Diego Della Valle. A una decina di giorni dall'apertura del nuovo store francese, il patron di Tod's dal suo quartier generale milanese di Corso Venezia, in uno dei suoi impeccabili gessati, racconta quello che, oggi, vuole la clientela: «Oggetti personalizzati, dice, ma senza dovere aspettare mesi per averli». E' orgoglioso di aver piantato una bandiera italiana nel bel mezzo del lusso francese, proprio dirimpetto a Hermes, alla cui filosofia qualitativa l'imprenditore si dichiara affine. Si sente portabandiera del made in Italy del cui modello è uno strenuo difensore. «Voglio essere l'espressione del made in Italy, dice. li prodotto fatto in Italia è qualitativamente inarrivabile». E confrontando il lusso francese con quello italiano, Della Valle sostiene che tra i due sistemi non c'è rivalità. «Esisteva semmai vent'anni fa, spiega, ma ormai le aziende sono globalizzate». Però aggiunge: «Nel sistema produttivo invece non c'è corripetizione che regga perché il nostro è fortissimo».
Sono in molti però a sostenere che il sistema moda italiano per essere più competitivo dovrebbe seguire la Francia che già da tempo delocalizza la produzione. «Chi fa qualità e lusso, ancora oggi, può pensare di essere assolutamente made in Italy e quest'anno concorrenziale» risponde Della Valle che ribadisce che «bisogna dare una mano alle piccole-medie imprese, facilitandole con un aiuto statale triennale per ricerca, innovazione e marketing».
Perché ha scelto Parigi per lanciare un nuovo messaggio sul lusso ai consumatori?
«Faubourg Saint-Honoré è una delle più grandi vie dello shopping mondiale. Volevo mettere una bandiera in quello che viene definito l'ombelico del mondo della qualità insieme a Milano».
E' cambiato anche il prodotto?
«Insieme ai nostri classici puntiamo su quello che crediamo possa essere il custom made del futuro. E' un prodotto speciale che il cliente riporta subito a casa. In un momento in cui tutti hanno fretta trovo che sia anacronistico farlo aspettare mesi per avere una borsa e amorale fargli pagare 10 milioni per una borsa di pelle. E' fondamentale: non possiamo allargare il gap tra il prodotto e il suo costo».
Estratto da Affari & Finanza del 20/10/03 a cura di Pambianconews