«Quei ragazzi meritano fiducia». Pier Francesco Saviotti, gran capo dei crediti di Banca Intesa, non perde occasione per schierarsi a sostegno di Patrizio Bertelli e Miuccia Prada. Con l'intento, neppure implicito, di smussare gli spigoli tra il luxury group milanese e le altre quattro banche garanti del noto bond da 700 milioni collocato a dicembre 2001. Cioè Deutsche bank, Bnp Paribas, Barclays e Centrobanca. Così, tra conferente call e scambi di fax, l'ultimo lunedì 6 ottobre, la partita risulta in pieno svolgimento. Con un negoziato serrato che tocca molti aspetti in campo. E che, contrariamente a quanto si credeva, è ancora lontano da un esito condiviso.
Tutto nasce dal fatto che la griffe del lusso ha sforato nel consolidato Prada holding nv al 31 dicembre 2002 uno dei covenant previsti dal bond. La posizione finanziaria netta aggregata di Itmd e della controllata Prada (1,45 miliardi) non doveva eccedere il parametro 4,5 sull'ebitda. Un impegno diventato irrealistico dopo la mancata quotazione in Borsa del giugno 2002, tanto che alla fine il parametro pfn/ebitda è risultato pari a 7. La conseguenza? Le cinque banche tra cui è frazionata la contro garanzia sui 700 milioni del bond avrebbero potuto mettere il gruppo in default. Con esiti imprevedibili.
In realtà Prada ha ancora il sostegno dei banchieri, ma questa volta il negoziato per riscrivere i covenant non sarà indolore per Bertelli e la moglie Miuccia. La prima ipotesi sul piatto è che le banche ottengano di poter ridurre il rischio di firma verso Deutsche bank ag (istituto che ha emesso il bond riversando a Itmd la provvista di 700 milioni, ma con la controgaranzia del pool a cinque). Una riduzione di rischio che potrebbe arrivare fino al 50%. L'eventualità è ben presente presso Intesa, che si è detta disposta a subentrare almeno in parte nel rischio creditizio. Corollario è che la famiglia potrebbe dover ricapitalizzare Itmd versando denaro fresco e vincolando i fondi a garanzia di Deutsche bank (la quota da controgarantire scenderebbe così rispetto ai 700 milioni).
Vedi tabella che segue
Estratto da Il Mondo del 17/10/03 a cura di Pambianconews