Quanta tensione in casa Vestimenta. Colpa del 50% del marchio Piombo, comprato due anni fa. Nel 2002 su un fatturato di soli 831.619 euro la Piombo spa ha perso ben 4 milioni e 452.246 euro e il patrimonio è risultato negativo per 1,7 milioni. Un deficit che si aggiunge ai 3,6 milioni del 2001 e ai 2 milioni del 2000. La crisi di Piombo si è riflessa sui conti di Vestimenta: nel 2002 il gruppo ha chiuso con una perdita di 5,2 milioni di euro (dovuta anche ad Accasei, in liquidazione, e a Vestimenta Inc), contenuta grazie a una plusvalenza di quasi 6 milioni di euro per la vendita della boutique di via Manzoni a Milano. A leggere il verbale dell'assemblea di bilancio, secondo Massimo Piombo la colpa sarebbe di Vestimenta, di cui ha accusato la gestione e le «ripetute violazioni» agli obblighi posti dal contratto di licenza. Oggi, però, la situazione sarebbe tornata tranquilla.
«Dopo un periodo di riflessione e di dibattito, dice il presidente e azionista Giovanni Bassetti, abbiamo ritrovato l'armonia per andare avanti». Vestimenta ha ricapitalizzato ancora la Piombo, «e può darsi che dovremo farlo nuovamente». Intanto, il gruppo, appena uscito dallo spin off della licenza di Armani, conta molto sull'accordo da poco raggiunto con Trussardi e, soprattutto, su quello, mondiale, con Calvin Klein. Situazione non brillante, ma per motivi del tutto opposti, anche al gruppo Cerruti, dove si affaccia (alla Hitman) la cassa integrazione. Con un paradosso, però: l'azienda ha ricevuto il consenso dei compratori, che hanno aumentato in misura anche notevole i propri ordini, ma lo squilibrio finanziario del gruppo Finpart, che controlla Cerruti, ha reso impossibile confezionare e consegnare ciò che il mercato ha richiesto.
Estratto da CorrierEconomia del 13/10/03 a cura di Pambianconews