Gli advisor del Giacomelli group, a partire dalla milanese Caretti & associati, escono di scena prendendo atto di non avere concretizzato nessuna delle candidature al rilancio della società. E, contemporaneamente, l'avvio delle procedure per il passaggio dall'amministrazione controllata a quella straordinaria ha determinato una prima conseguenza: i contatti presi con la Procura della Repubblica di Rimini, titolare dell'inchiesta sul crack Giacomelli, da una delle cordate per rilevare subito la catena commerciale specializzata in articoli sportivi. Ne fanno parte Cisalfa (che fa capo al gruppo romano Mancini), Sergio Longoni (l'imprenditore che aveva venduto l'azienda proprio alla Giacomelli) e Sergio Tacchini (coinvolto come investitore finanziario).
Il messaggio di Cisalfa e alleati alla magistratura della Procura della Repubblica di Rimini, titolare delle indagini sul crack Giacomelli, risulta chiaro: l'unica possibilità di salvare gli oltre 3 mila dipendenti del gruppo è intervenire subito, evitando che i tempi lunghi delle procedure rendano irreversibile la crisi del gruppo. L'amministrazione controllata rendeva l'intervento troppo oneroso, soprattutto per il peso dell'indebitamento, pari a oltre 400 milioni di euro. Ma ora si è determinata una discontinuità nella gestione del gruppo dando la possibilità di separare le responsabilità da quelle della gestione precedente, neutralizzando il peso dell'indebitamento. A questo punto la Procura di Rimini deve esprimersi sull'alternativa tra l'amministrazione straordinaria e il fallimento.
Nel primo caso la nomina del commissario tocca al tribunale di Roma e al ministero dell'Industria, mentre la scelta del liquidatore fallimentare è di competenza riminese. In entrambi i casi la richiesta della cordata Cisalfa è di prendere le decisioni in tempi brevi per rendere possibile la ripresa delle attività evitando di compromettere la campagna natalizia. I tempi dell'amministrazione straordinaria danno un mese per la scelta del commissario, che poi ha un altro mese per decidere come muoversi. Ma si tratta di limiti massimi che, volendo, possono essere drasticamente ridotti. Anche perchè nel frattempo il titolo, che negli ultimi mesi in Piazza Affari è precipitato, continua a soffrire.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 23/09/03 a cura di Pambianconews