Missoni torna a far parlare di sé. La collezione estiva è piaciuta ai buyer e ai consumatori. «I vestiti hanno un'identità forte, riconducibile allo stile Missoni, ma con un'aria fresca e una vestibilità giovane» dicono del marchio. Negli ultimi mesi a raccontare del `family's affair' della Missoni si sono affollate diverse riviste internazionali, dal Sunday Times ad Harper's Bazaar. Se le vendite della maison non hanno subito particolari balzi in avanti o indietro, rispetto agli anni passati, anzi i margini si sono ristretti, l'immagine ha indubbiamente acquistato smalto, lasciandosi alle spalle quell'aria vecchiotta in cui si stava impantanando. Soddisfatti, i tre fratelli che ne guidano la revanche. Vittorio alle prese con la gestione commerciale e i conti, Luca che segue la collezione uomo e Angela, la stilista che già da diversi anni ha ereditato il ruolo che è sempre stato della mamma Rosita. Insomma, la famiglia Missoni, rimane ancora una `tribù', come viene da sempre definita.
Fino a quando la maison potrà rimanere in questo limbo? Successione, crescita e stabilità aziendale, devono essere in qualche modo garantiti tanto più visto che la famiglia è numerosa. Dopo essere riusciti a rinfrescare l'immagine del marchio, questa è la sfida dei prossimi mesi. «Stiamo seriamente pensando al nostro futuro, confessa Angela. E dobbiamo decidere in fretta. Al massimo da qui a un anno decideremo come strutturarci. Per adesso siamo aperti a tutte le possibilità: ad autofinanziarci, all'ingresso di soci esterni oppure al collocamento in borsa». La Missoni spa prima linea prevede di chiudere il 2003 con un incremento del fatturato tra il 5 e l'8% e di mantenere i margini rispetto all'anno scorso che ha registrato un fatturato di 54 milioni di euro e utili in pareggio.
Nel corso degli anni, mentre il fatturato ha tenuto i margini sono diminuiti «per effetto degli investimenti fatti nel rilancio» commenta Vittorio Missoni. Infatti nel 2001 i ricavi erano di 55 milioni di euro, con un 4% di utile e nel 2000 il fatturato era di 53 milioni di euro e un utile dell'8%. Il business delle licenze si aggira intorno ai 50 milioni di euro. «Abbiamo una mentalità da industriali, anziché da sfruttatori di marchi, dice Vittorio Missoni, commentando l'andamento del marchio. Tra l'altro l'80% dei ricavi è fatto con l'abbigliamento, che rimane il nostro core business».
Insieme al rilancio del prodotto e dell'immagine sta cambiando in Italia anche la distribuzione. I punti vendita più classici cedono il passo a quelli più fashion. Restyling dei negozi diretti, invece, nel mercato giapponese, primo in termini di fatturato per Missoni (rappresenta il 30% sul totale), affidato a Onward Kashiyama, il nuovo partner locale. «II mercato americano sta dando buoni risultati. Stimiamo una crescita del 15%, spiega Vittorio, e un buon recupero lo stiamo registrando anche in Inghilterra. Entrambi i mercati, prima di tutti gli altri, hanno recepito il nostro cambiamento».
Estratto da Affari & Finanza del 22/09/03 a cura di Pambianconews