Dovrebbero essere sulla difensiva, alzare barriere e invocare misure protettive. Invece accettano apertamente la sfida imposta dalla concorrenza asiatica, e non si spaventano neanche di fronte all'invasione di marchi contraffatti. Sono le 70 aziende del lusso francesi riunite nel Comitato Colbert, l'associazione che le rappresenta e le promuove all'estero. Con un volume d'affari complessivo di 11,7 miliardi di euro, oltre l'80% del quale proveniente dall'export, sono la prima voce del surplus commerciale francese. E non hanno paura della Cina. Anzi, la invitano a Parigi.
«Non temiamo la concorrenza cinese. Semmai, abbiamo la reazione opposta dice Elisabeth Ponsolle Des Portes, responsabile del Comitato, e siamo pronti a invitare le aziende cinesi in Francia. Dal primo al 15 ottobre, in coincidenza con l'anno della Cina in Francia, organizziamo la manifestazione #'Il Comitato Colbert festeggia la Cina''. Noi riteniamo che i nostri creatori si siano ispirati alla Cina: ogni azienda esporrà un oggetto di ispirazione orientale componendo un itinerario cinese a Parigi. In questo modo portiamo avanti una strategia di seduzione e di conquista, costruiamo la base di nuove alleanze, perché riteniamo che i produttori cinesi conquisteranno il mercato giapponese, per noi importantissimo».
Sui problemi di proprietà intellettuale, intanto, continua la collaborazione tra le aziende francesi e italiane del lusso. L'ultima occasione di incontro è stata offerta dalla celebrazione dei 200 anni dall'installazione dell'Accademia di Francia a Villa Medici a Roma.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 18/09/03 a cura di Pambianconews