Sono nata con la matita in mano… Fin da quando avevamo 13 e 12 anni, io e mio fratello Alessandro invece di giocare in casa o in giardino ci divertivamo in fabbrica. L'azienda è sempre stata la nostra seconda casa, il nostro rifugio, ma anche il luogo dove, crescendo, ci siamo formati e, soprattutto, abbiamo imparato una professione. Ho amato questo lavoro fin da piccola. Mi occupo di quello che ho sempre desiderato fare. Ed è stato proprio in fabbrica, sotto gli occhi attenti di mio padre, uomo deciso e severo, ma soprattutto pratico e operativo, che mi sono formata e ho imparato i segreti del mestiere». Così esordisce Eugenia Bruni, 25 anni, secondogenita di Pasquale Bruni, noto gioielliere che da sempre opera nel campo dell'alta gamma.
Nel 2002 l'azienda ha raggiunto un fatturato di 21 milioni di euro, con una percentuale di fatturato realizzato in Italia pari al 45%. Quest'anno prevede di chiudere il bilancio con un fatturato di 24 milioni di euro realizzato tra Italia ed estero. In Pasquale Bruni lavorano circa 200 dipendenti e la società distribuisce in circa 350 punti vendita nel mondo. Due i negozi monomarca, uno situato a Milano, e l'altro a Tokio.
Pasquale Bruni ha firmato un accordo con la società statunitense View Point, che prevede la distribuzione esclusiva delle collezioni dell'azienda italiana su tutto il territorio degli Stati Uniti e nei Caraibi. «La strategia che sta alla base di questo accordo», afferma Alessandro Bruni, attualmente amministratore delegato della Pasquale Bruni, «è quella di avere un punto di riferimento per i nostri concessionari che nel frattempo sono cambiati. Grazie alla rete di vendita di agenti della View Point, riusciremo a distribuire in tutti gli Stati degli Usa, oltre che nei Caraibi. Allargare la distribuzione ci permetterà in futuro di aprire anche una boutique monomarca, dopo avere sondato il mercato. I primi risultati inizieranno ad arrivare dal 2004».
Estratto da Espansione di settembre 2003 a cura di Pambianconews