Secondo stime provvisorie elaborate dalla Fiera di Vicenza su base ISTAT, relative al primo semestre del 2003, l'export nazionale orafo argentiero avrebbe accusato un nuovo arretramento, quantificabile in circa il 35% rispetto al corrispondente semestre del 2002, periodo già connotato da un regresso del 5% nei confronti di un anno prima. Il perdurare di una sfavorevole congiuntura internazionale, il connesso calo della domanda mondiale, nonché la rivalutazione dell'euro, sono i principali fattori che hanno determinato un ulteriore peggioramento dell'interscambio con l'estero dell'azienda-Italia. In tale quadro, il calo dell'export orafo è risultato però più consistente perché i gioielli italiani – al pari di altri prodotti del made in Italy – hanno perduto competitività ed hanno risentito del carattere prevalentemente voluttuario che ne contraddistingue l'acquisto. Più in dettaglio, i cedimenti più vistosi si sono avuti nelle vendite di preziosi ai paesi dell'area del dollaro; gli Stati Uniti hanno tagliato ordini per circa il 49%, pur rimanendo il principale acquirente di gioielleria italiana con una quota del 27%; il Messico ha ridimensionato gli acquisti per il 39%, il Canada per il 27%. In calo sono risultate anche le esportazioni destinate all'area dell'euro; tra gli altri, Francia (-19%), Spagna (-30%), Germania (-40%), Belgio (-27%), Portogallo (-48%) e Grecia (-33%). Andamenti analoghi hanno manifestato le vendite agli altri partner del vecchio continente (Regno Unito, Svezia, Malta e Turchia), fatta eccezione per la Svizzera – piazza prevalentemente di smistamento – che ha recupero le perdite di un anno prima. Le esportazioni dirette ai paesi del Mercosur si sono di fatto annullate. Sotto il profilo merceologico, prime indicazioni evidenziano come le esportazioni di preziosi di alta gamma abbiano denotato una tenuta comparativamente migliore rispetto a quelle di prodotti indifferenziati o standardizzati. Va segnalato inoltre che nel corso del 2002 il settore orafo ha perduto qualche posizione nell'ambito delle esportazioni complessive dell'industria italiana, posto che le vendite di preziosi si sono contratte (-7,8%) in misura superiore a quelle complessive (-2,8%). Nel 2002 le vendite di gioielleria si sono collocate al 9� posto nella graduatoria delle esportazioni italiane (erano al 7� nel 2000). Il loro peso sul totale ha sfiorato il 2% (con riferimento all'apposito gruppo della classificazione Ateco). La posizione media complessiva del settore è ovviamente la risultante di situazioni differenziate quanto a posizionamento delle esportazioni orafo-argentiere nei vari paesi. Così l'export di gioielleria è al primo posto nelle vendite complessive agli Emirati Arabi, Uruguay e qualche paese di smistamento. Al secondo posto verso gli Stati Uniti, Panama, Hong Kong, Bahrein, Israele e Libano. Quarto posto per Messico, Perù, Gibilterra e Malta. L'export orafo è compreso tra il 5� e il 10� posto in altri importanti paesi come Canada, Giappone, Australia, Singapore e Sud Africa. In sostanza, nonostante qualche arretramento, le posizioni del settore sono di eccellenza, uguagliate da pochi altri settori dell'offerta italiana.